Quid

“..ma secondo te si può sentire la mancanza di qualcuno che non hai mai conosciuto?”

Mi  ha detto così.

Per un momento mi è passato in mente l’oceano e i 5 continenti.

Esiste quel quid per cui qualcuno manca anche se non lo abbiamo mai conosciuto, per cui qualcuno è “di più” dopo un paio di minuti e qualcun’altro non lo sarà mai neanche dopo una vita intera?

Ci rifugiamo in telefilm che non vivremo mai, in social network che risucchiano le nostre vite, in programmi TV che ci permettono di votare le vite degli altri perchè, in fondo, siamo una generazione di sociopatici che soffrono di agorafobia. Ora abbiamo anche imparato ad odiare per il gusto di farlo: shitstorm, haters, troll, manco Tolstoj. Con i nostri enormi smartphone vivamo le nostre vite parallelamente e interagiamo quasi sempre per noia, e quando abbiamo veramente qualcosa da dire apriamo un canale YouTube. Non c’è nulla che un selfie su Instagram non possa comunicare,  nulla che un profilo fb non possa raccontare, nessun confine alle bacheche Pinterest da costruire. Da soli.

Incapsulati in una realtà virtuale dove si comunica con gli stati personali di WhatsApp, dove si studia come evitare che l’altro sappia che abbiamo letto il suo messaggio,  siamo diventati i veri nemici di noi stessi andando oltre il morettiano “mi si nota di più se vado o se non vado?”. Perché noi non andiamo, noi siamo: o v u n q u e . . . !

E allora forse no. Non si può. Trionfo di paura dell’altro dal retrogusto egoista, Dio come mi amo, Sole, mare e cover giusta: se non sai fare questo a  Masterchef non sei nessuno, altro che la tua mappa del quid.

Perché la nostra missione è avere vite perfette. O fare il possibile affinché gli altri lo credano con 365 giorni l’anno di fotografie al mare, in posti esotici, davanti a dolci sfiziosissimi con #outfitoftheday impeccabili. Perché se non prendi like nei primi 5 minuti inizi a pensare seriamente alla psicanalisi.

Serietà. E se fosse questo il modo con cui intere nuove generazioni trasformano il loro malessere in conigli bianchi? E se festeggiare non-compleanni fosse l’unico modo per vivere qui, adesso e pienamente il nostro tempo vivendo nel rebus di noi stessi, tra l’incanto e l’edonismo, solo per nascondere quel quid a chi lo cerca e magari vuole solo portarcelo via?

Perché io ci credo che esiste quel quid.

Bisogna solo saper leggere tra un retweet e uno share.

Ma c’è.

Per questo a lei ho solo detto..”sì”.

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