Non ero mai stata a Berlino.
Quante Storie possono incrociarsi nella Storia di una città sola…?
Io non posso saperlo…
Andando a Berlino credevo di vedere solo un posto colpevole di Nazismo e punito col Comunismo. Quello che mi resta, invece, é un caos calmo che se ha un inizio non conosce una fine. E’ l’odore di fogna a Berlino Est, è la libertà dei colori a Mühlenstraße, é il nero assordante dei cubi dell’Olocausto…il vetro trasparente della cupola del Bundestag e le colonne della Porta di Brandeburgo, l’ossessiva ridondanza della Colonna della Vittoria di fronte al verde occidentale del Tiergarten…le siringhe disperate di Friedrichshain, la ricca opulenza di Berlino Ovest, i nostalgici del metal, l’apparente anonimato del Checkpoint Charlie e la bandiera rossa dell’Unione Sovietica, il terribile beige dei Taxi in tinta con l’inspiegabile amore tedesco per i calzini di spugna, gli Elefanti all’ingresso dello Zoo su Budapester Strasse, la malinconica effervescenza di Alexanderplatz, la gentilezza regale di Charlottenburg, i kebab di Kreuzberg, la desolazione pittoresca di Mauerpark…
…poi il Muro…che non c’è…e ch’eppure si respira ovunque…

Qui, è tutto quello che non é altrove…è labirinto di culture, torre di (n)ostalgie lontane, strada di porte da aprire e arte di strade da sentire, modernismo…post-Europa…è musica liquida, tempo da bere e Vita che pulsa…è quella parte di mondo che ti scordi che esiste e che ridefinisce il tuo concetto di esistenza.
Qui, è dove il superamento dei canoni classici di estetica ha permesso il crollo di qualunque stereotipo, di qualunque paura del diverso e, soprattutto, di qualunque impressione di “passato”. Decadente senza essere stantia. Una cittá liquidamente sospesa tra le note di un pentagramma che non conosce esitazioni, non ha avuto paura mai, e in cui di “bello” non c’é praticamente nulla, se non la sua forza, che dà vita a tutto ció che altrove sembrerebbe inanimato.

Berlino è una storia da leggere nei suoi angoli più remoti, che ti prende di petto e ti racconta che le rivoluzioni che cambiano la storia partono dal basso e vengono vinte dalle persone. Perchè non sono mai armate. Sono culturali.
A Berlino Lucio Dalla scriveva Futura seduto di fronte a Phil Collins a pochi passi dal muro. Nel ’77 David Bowie componeva Heroes insieme a Brian Eno mentre frequentava la città con Iggy Pop. Nel 1963 Kennedy rispondeva ai teli rossi con cui i sovietici gli impedivano di guardare a Est gridando forte “Ich bin ein Berliner” e nel 1989 centinaia di persone picconavano l’oppressione e si riprendevano la Libertà…chi sono io in fondo per raccontare di Berlino…?
Questa è solo la mia storia.

PS. Non ero mai stata a Berlino. E comunque, trovo importante dire che non posso ancora dire di esserci stata veramente.
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