Pezzi di terra incolta dove la mente galoppa libera fino all’orizzonte per raggiungere sogni lasciati a metà.
Ricordi di viaggi tratteggiati con la biro, di un tempo raccontato, con le mani gelate e la sabbia tra le dita, mentre piove tra le pagine di libri scritti con gli occhi e rilegati col cuore nel posto finestrino del treno che torna in stazione.
Hanno il rumore del vento tra i rami in estate e il colore del sole all’ombra dei pioppi. Il tocco ruvido della pennellata. La consistenza delle polaroid degli anni ottanta. L’emozione del decollo.
Sono le furie di colore che accendono una giornata, spengono un pensiero e cavalcano la mente disegnando miliardi di vite parallele. In cui tutto è possibile, tutto è realizzabile, tutto semplicemente è.
Brevi e infiniti.
Attimi che precedono la partenza. Momenti che accompagnano il ritorno.
A loro modo,
unici.
