Stai passeggiando per strada e un sapore ti manda in Medio Oriente, forse una stoffa ti rapisce in India.
Sei a un festa di quartiere e intorno a te senti ballare Rio.
Alzi lo sguardo e sei veramente sotto il cielo di Skye.
Guardi i tuoi piedi nella sabbia e sai che il vociare che arriva dagli ombrelloni accanto è quello delle spiagge di Miami.
Assaggi un gelato, chiudi gli occhi, e in qualunque parte del mondo l’aria di Roma ti accarezza il viso mentre senti gli stranieri che lanciano monetine a Fontana di Trevi.
E non importa se sei sull’A1, quando cantano gli Who vedi la Death Valley. Sempre.
Il viaggio parte da lontano.
Nella tua mente, e non delude mai.
Perché arrivi ad Amsterdam e pensi solo a quanti colori brillano sotto il suo cielo grigio. Passi per Dublino e realizzi che Temple Bar forse sparisce di fronte a Trastevere, ma quanta vita, che musica, che popolo accogliente. Vedi Berlino con cadenza regolare, e ogni volta la ritrovi diversa. Arrivi a Barcellona e la vista della città, in quel posto a metà strada tra il sogno e la veglia, lì nel Parc Guell sotto le tre croci di Gaudì, ti porta in mondi in cui solo la fantasia riesce forse a ritrovare la strada di casa. E l’America non la saprai mai spiegare veramente, perchè le parole sono troppo piccole per descrivere un posto così grande.
Esistono i posti visitati e i posti raccontati. Ed è in quell’insostenibile vuoto tra le due condizioni che la mente trova il guizzo di volare zingara da qualche parte. Forse girovaga per i boschi delle Fiandre, forse si perde tra le sfumature dei blu dei mari del sud, forse vola alta verso vette inesplorate. Forse si aggrappa a un sogno e non lo lascia andare più.
La mente è lì, ferma, a viaggiare scalza in riva a un fiume, a guardare il mondo con occhi color quercia. Che se potessero, fotograferebbero ogni attimo percorso e immaginato.
Perché un viaggio è un’emozione.
Sempre.
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